Che cos’è l’accelerazionismo? Breve storia di un’eresia politica

Nato come corrente filosofica tra le pagine più oscure del web, ad oggi l’accelerazionismo detta l’agenda di movimenti politici rivoluzionari, così come alcune distopiche propagande di governo. È tempo di diramare la questione

Davide Dibitonto

Sorto come processo informe e proveniente dai meandri più profondi dell’internet (in primis Reddit e vari blog), l’accelerazionismo è stato definito una “eresia politica” in quanto riconfigura in maniera radicale il pensiero comunista, in qualche modo aggiornandolo e reinventandolo alla luce degli sviluppi del capitalismo all’inizio del XXI secolo. È definito “eretico” poiché opera una cesura molto forte con molteplici paradigmi teorici comunisti e anarchici ben consolidati nel XX secolo, come ad esempio il ruolo dello Stato, il processo di abolizione della moneta, la visione del lavoro e molto altro. Figlio maledetto dello scontro tra comunismo novecentesco (dagli accelerazionisti ribattezzato come vetero-comunismo) e capitalismo neoliberale, l’accelerazionismo presenta paradossalmente molte più affinità con le pulsioni utopiche del primo comunismo ottocentesco, da dove trae le sue origini.

Il Frammento sulle macchine di Marx, in particolare, costituisce la “costola eretica” da cui l’accelerazionismo avrebbe preso inizio, muovendosi poi attraverso percorsi sotterranei per tutto il XIX e XX secolo ma senza mai emergere in forma compiuta. È stato solo a partire dal nuovo millennio che, attraverso la figura del celebre critico culturale Mark Fisher, l’accelerazionismo ha assunto fattezze più nitide e chiare. Dalla pubblicazione di Realismo Capitalista nel 2007 fino al Manifesto per una politica accelerazionista nel 2013, passando attraverso il Manifesto Xenofemminista nel 2016 e l’uscita di Fully Automated Luxury Communism nel 2019, l’accelerazionismo è oggi a tutti gli effetti un corpo vivo in piena formazione. Intrecciando al suo interno filosofia, estetica, teorie della temporalità, esoterismo e realismo speculativo, esso è assimilabile ad un embrionale “movimento di pensiero” alla stregua di quanto si potrebbe definire movimento di pensiero l’Illuminismo nel XVIII secolo.

“La lotta rivoluzionaria viene risignificata dall’accelerazionismo come processo di piena liberazione del desiderio

L’accelerazionismo non ha infatti a che vedere con una specifica proposta politica, ma si inserisce come “lente per guardare il mondo” all’interno dei processi di disgregazione apocalittica che attraversano il nostro secolo, con l’obiettivo di risvegliare l’autentica missione prometeica dell’umano e abbracciare la promessa di una rivoluzione post-umana che emancipi per sempre la nostra specie dalle catene del capitalismo e del patriarcato.

Sulle orme di Marx e Feodorov 

La storia dell’accelerazionismo è la storia di un’immanenza che a partire dal Frammento sulle macchine di Marx emerge più volte nel corso degli ultimi secoli, senza però mai comparire compiutamente. Il primo tentativo di ripercorrerne le origini è stato realizzato dai teorici accelerazionisti Robin Mackay e Armen Avanessian nell’opera The Accelerationist Reader pubblicata nel 2014. L’obiettivo è stato quello di individuare un filo rosso che collegherebbe teorici e pensatori accelerazionisti anche tra epoche e luoghi diversi, a partire dalla profezia del frammento di Marx di quel “sistema automatico di macchine” che poi gli accelerazionisti odierni avrebbero sintetizzato nell’immagine di un futuro comunista pienamente automatizzato: un regno della libertà reso possibile dal progresso tecnologico accelerato alla massima potenza. Il filo rosso rintracciabile in questo frammento non ha tanto a che fare con il ruolo della tecnologia, bensì con una specifica visione dell’umano; il quale anelerebbe ad una missione prometeica di emancipazione universale che superi le catene dell’immaginazione, alla stregua del potere di una profezia.

È per questo che una seconda figura individuata da Mackay e Avanessian all’origine del pensiero accelerazionista, dopo Marx, è Nicolaj Fëdorov, personaggio controverso del comunismo pre-sovietico. Filosofo e fondatore del cosmismo russo, Fëdorov era convinto che il destino dell’umanità fosse quello di accelerare la propria potenza tecnologica superando i limiti della natura fino alla conquista dello spazio. Intrecciando la sua visione con alcuni concetti cristiani, sosteneva che lo scopo ultimo degli umani fosse quello di diventare dèi, o meglio divinità ipertecnologiche che avrebbero presto abbandonato la Terra per tuffarsi nell’esplorazione dell’universo.

Successivamente Bogdanov, suo allievo e primo traduttore in russo del Capitale di Marx, nel celebre romanzo di fantascienza Stella Rossa avrebbe immaginato un comunismo marziano in cui la tecnologia è progredita ad un livello di quasi-piena automazione tale da permettere agli umani di ridurre la fatica del lavoro a sole 5 ore al giorno (a fronte delle 15-16 dell’epoca). Le influenze di Fëdorov sull’esperienza sovietica sono così forti che lo stesso Majakowski e l’intero filone del futurismo russo gli devono praticamente tutto. È noto che La filosofia dell’opera comune di Feodorov fosse il libro di comodino di Majakowski, e se l’intera classe dirigente leninista all’alba della rivoluzione d’ottobre decise di investire massicciamente nella ricerca spaziale, ciò è riconducibile quasi per intero alle influenze filosofiche del cosmismo russo e alla convinzione — accelerazionista — che solo attraverso una riappropriazione della tecnologia e a una sua accelerazione l’essere umano sarebbe riuscito a liberarsi dal regno della necessità.

Fëdorov era convinto che il destino dell’umanità fosse quello di accelerare la propria potenza tecnologica superando i limiti della natura fino alla conquista dello spazio

Deleuze e il protagonismo del desiderio

Uno dei caratteri fondamentali dell’accelerazionismo è il ruolo centrale riconosciuto alla categoria concettuale del desiderio. Questo primato proviene dal filosofo Gilles Deleuze, il quale costituisce il pensatore di riferimento per tutto il pensiero accelerazionista. Nel 1972 Deleuze scrive assieme allo psicanalista Felix Guattari L’Anti-Edipo, un’opera fondamentale che riscrive radicalmente il rapporto tra capitalismo e comunismo alla luce di quella “rivoluzione desiderante” messa in moto dalle proteste giovanili dal ’68 in poi. Secondo Deleuze il progresso umano è spiegato nei termini di un processo di deterritorializzazione dei flussi libidinali, ovvero di liberazione del desiderio dalle catene che lo intrappolano, sia che esse riguardino le catene della famiglia, delle gerarchie scolastiche, della religione, della tradizione, del partito o anche di quei semplici schemi di pensiero che ci impediscono di espandere pienamente la nostra capacità produttiva, che in Deleuze deve essere intesa come “capacità di produrre il proprio desiderio”.

I contributi del filosofo francese vengono impiegati all’interno del pensiero accelerazionista per analizzare i processi storici tramite i quali la rivoluzione neoliberale è riuscita, a partire dagli anni ’70-’80, a portare al lento crollo dell’ideologia socialdemocratica e all’instaurazione di un nuovo modello sociale, economico e antropologico fondato sulla libertà individuale e sul suo corrispettivo capitalistico: la meritocrazia. Il capitalismo infatti, nella sua nuova veste neoliberale, avrebbe trionfato proprio perché sarebbe stato capace di intercettare i flussi libidinali liberati dalla rivoluzione del ’68, incoraggiandone la deterritorializzazione (cioè la liberazione) da tutte le catene che in qualsiasi modo ostacolavano l’emancipazione individuale. Il capitalismo si è dunque “modernizzato”, diventando il modello di riferimento per una politica del desiderio in cui chiunque avrebbe potuto realizzare i propri sogni, in netta opposizione alla non-desiderabile Unione Sovietica. Lentamente i processi politico-culturali di sovversione delle gerarchie sociali e di emancipazione sessuale sono stati sussunti come parte stessa del sistema neoliberale, fino ad atrofizzarsi e a perdere così nel tempo la propria carica rivoluzionaria.

Gilles Deleuze e Felix Guattari

Come afferma Mark Fisher: «da quel momento la sinistra non si è più ripresa»; inoltre, avendo perso sul terreno del desiderio, a partire dalla fine degli anni ’70 non è più riuscita ad ascoltare e ad intercettare i desideri (rinnovati) delle soggettività ricreate alla luce della rivoluzione neoliberale. Le rivendicazioni classiche della sinistra marxista, come ad esempio la visione gerarchica di uno Stato forte e il diritto alle 8 ore di lavoro, si presentano oggi come anacronistiche e scollegate rispetto ai desideri rinnovati dal ’68 e dalla concomitante rivoluzione neoliberale. Mentre oggi i desideri anelano ad una vita ricca di tempo libero, alla liberazione dei corpi, all’autorealizzazione individuale, al lusso, al godimento e al benessere psicologico, le sinistre appaiono incapaci di ascoltare questi desideri e di costruire sopra di essi un progetto che ambisca al totale superamento del capitalismo.

 “Secondo Deleuze il progresso umano è spiegato nei termini di un processo di deterritorializzazione dei flussi libidinali, ovvero di liberazione del desiderio dalle catene che lo intrappolano

L’accelerazionismo sorge dunque come opposizione a questa incapacità. Grazie alla lettura di Deleuze, e in particolare di quello che all’interno de L’Anti-Edipo è stato battezzato come il suo Frammento accelerazionista, la lotta rivoluzionaria viene risignificata dall’accelerazionismo come processo di piena liberazione del desiderio. Alla domanda «come superare il capitalismo?», l’accelerazionismo suggerisce di rintracciare la risposta utilizzando il desiderio come categoria concettuale di riferimento. In altre parole, l’accelerazionismo sorge come psicanalisi eretico-rivoluzionaria che reinventa il comunismo come regno della piena produzione desiderante: un paradiso dei desideri in cui tutti gli umani potranno realizzare se stessi, individualmente e collettivamente.

Esistono più accelerazionismi?

L’accelerazionismo comincia a emergere con una forma autonoma nella seconda metà degli anni ’90 all’interno di un gruppo di ricerca dell’università di Warwick (Inghilterra) chiamato Cybernetic Culture Research Unit (CCRU). Sull’onda del fenomeno cyberpunk, il collettivo sviluppa indagini in modi non convenzionali intrecciando al suo interno musica techno, rave-culture, droghe sintetiche, esoterismo, numerologia e realismo speculativo. È in questa fase che viene scoperto il pensiero di Gilles Deleuze, delineando una prospettiva accelerazionista dei processi di deterritorializzazione dei flussi liberati dalla macchina capitalista. Originariamente diretto da Sadie Plant, autrice celebre per le sue influenze al cyberfemminismo, il gruppo di ricerca è stato successivamente coordinato dal filosofo Nick Land, il quale lo ha progressivamente trasformato fino a farlo degenerare in una vera e propria setta ai limiti della schizofrenia.

Cacciati dall’Università, verso la fine del decennio i membri della CCRU si sgretolano ponendo fine ad un’esperienza che per molti costituisce un capitolo oscuro nel passato del pensiero accelerazionista. Da quel momento le teorie e i contributi filosofici sviluppati all’interno della CCRU si dissolvono mescolandosi nei nuovi spazi di dibattito che il mondo del web stava aprendo. Come «uno spettro che si aggira per l’internet», l’accelerazionismo inizia a muoversi in modo informe in molteplici direzioni, tanto da dare forma a varie tipologie di accelerazionismo spesso poco note, come ad esempio il Gender Accelerationism (in sigla G/ACC) o lo Zombie Accelerationism (Z/ACC). Ad oggi se ne possono segnalare 3 diverse e importanti tipologie.

Accelerazionismo incondizionato (U/ACC)

Il primo, oltre che il più noto quando si parla di accelerazionismo, è l’Unconditional Accelerationism (in sigla U/ACC), inteso come un’anti-prassi che sottolinea l’impossibilità di pilotare la dimensione trascendentale dell’accelerazione. Si tratta di una corrente di pensiero che ha trovato espressione nei contributi di autori come Edmund Berger e di blogger molto attivi sulla tematica come Xenogothic. L’U/ACC riconosce l’ininfluenza dell’umano di fronte all’incarpibile fluire del reale. Esso promuove una sorta di fatalismo che sottrae all’essere umano il potere di orientare a suo piacimento lo scorrere degli eventi: una sorta di anti-antropocentrismo esistenzialista che, nella sua visione più comunemente nota, è spesso stato frainteso come un’attesa passiva affinché l’accelerazione capitalistica giunga a far collassare il capitalismo su se stesso, affogandolo apocalitticamente nelle sue contraddizioni.

Accelerazionismo di destra (R/ACC)

Un secondo tipo di accelerazionismo è il Right Accelerationism (R/ACC), una versione estrema e oscura di capitalismo fondamentalista turbo-neoliberale e suprematista, esasperato fin oltre i suoi limiti. Il pensatore di riferimento di questa corrente è Nick Land, il quale dopo l’esperienza della CCRU prosegue nel proprio percorso filosofico fino ad arrivare a scrivere nel 2012 il Manifesto per un nuovo illuminismo oscuro. Il R/ACC riconosce una determinata interpretazione del pensiero deleuziano secondo cui il capitalismo sarebbe intrinsecamente una forza esclusivamente deterritorializzante (cioè liberatrice), ma interpretandolo come una potente macchina aliena che costruisce se stessa nel futuro e che per realizzarsi compiutamente arriverà inevitabilmente ad annientare la specie umana. Con un immaginario che ricorda il mondo distopico di Matrix, il R/ACC si è diffuso soprattutto negli USA arrivando ad influenzare alcune frange estremiste dell’Alt-Right, gli uffici più tossici della Silicon Valley e l’ambiente retrostante della destra trumpiana.

Accelerazionismo di sinistra (L/ACC)

Infine, il Left Accelerationism (L/ACC) inizia a diffondersi a partire dall’apertura del blog “K-Punk” nel 2003 ad opera proprio di Mark Fisher, già allievo di Nick Land e membro della CCRU. Contrariamente alle altre due forme di accelerazionismo, il L/ACC riconosce la funzione prometeica dell’essere umano e il suo scopo ad assumere le redini della trasformazione rivoluzionaria. A partire dalla pubblicazione di Realismo Capitalista nel 2007 e allo scoppio della crisi finanziaria l’anno successivo, il L/ACC si sviluppa come dibattito sempre più a sinistra. L’idea sottesa all’accelerazionismo di sinistra è che solo attraverso la liberazione del desiderio, per mezzo del potere dell’immaginazione, sarà possibile aprire le porte del futuro, accelerando quel processo di deterritorializzazione che libererà l’umano dalle catene del capitalismo.

Meme e comunismo di lusso

Mentre sembra che l’accelerazionismo di destra sia riuscito ad affermarsi fra le sub-culture della destra statunitense, in Italia è indubbiamente l’accelerazionismo di sinistra ad aver avuto la meglio: il merito è da riconoscere in particolare alla casa editrice NERO che a partire dal 2018 ha introdotto nel dibattito italiano alcune opere importanti della cultura accelerazionista, ma anche e soprattutto all’intensa attività di divulgazione memetica che a partire dagli stessi anni è stata capace di assorbire l’immaginario accelerazionista di sinistra per iniettarlo nel senso comune.
A fungere da vettore di questa propaganda memetica è stato il paradigma del postlavorismo: l’ipotesi di un futuro in cui l’automazione verrà messa in comune al fine di liberare l’umano dalla necessità di lavorare, come testimoniano alcune importanti pagine di meme come Polpo di Stato e Automatizzato Comunismo Memetico.

“Solo attraverso la liberazione del desiderio, per mezzo del potere dell’immaginazione, sarà possibile aprire le porte del futuro, accelerando quel processo di deterritorializzazione che libererà l’umano dalle catene del capitalismo

Successivamente, la comparsa di nuovi collettivi politici accelerazionisti – come il Circolo Nomade Accelerazionista, nato a Bologna nel 2019, e il collettivo Inventare il Futuro nato a Roma nel 2020 – ha ulteriormente dato una spinta al dibattito teorico favorendo la propagazione del pensiero e la sua integrazione con altre categorie concettuali di avanguardia, ad esempio le teorie sui commons e il confederalismo democratico. Ad oggi il pensiero accelerazionista di sinistra si presenta nel panorama italiano con una forza più intensa rispetto agli altri Paesi. Si caratterizza per l’ambizione di costruire un nuovo immaginario di futuro comunista pienamente libidinale, e utilizza la strategia della “sussunzione” per strappare le categorie del lusso, della tecnologia e del desiderio dalle cornici del capitalismo per farle invece diventare elementi fondamentali di un nuovo immaginario di sinistra: un comunismo di lusso pienamente automatizzato fondato sulla piena produzione del desiderio.

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Davide Dibitonto è laureato in Economia con una tesi sulla disuguaglianza economica e in Scienze Politiche con una tesi su Solarpunk e Realismo Speculativo, dal 2022 è membro del think tank politico-sanitario “Centro Studi per la Salute del Futuro”. Traduttore e articolista, dal 2019 è membro e co-fondatore del Circolo Nomade Accelerazionista, all’interno del quale si occupa di approfondire e diffondere il pensiero xenocomunista di lusso.