Il racconto di Club to Club 2019
Club to Club 2019 è stato un evento epocale. Il festival, nato ormai quasi vent’anni fa, è riuscito a diventare non solo uno dei principali appuntamenti per gli appassionati di musica elettronica, ma soprattutto un’occasione fondamentale di ascolto, fuga dalla rete, momento d’incontro e condivisione sincera. Quello che segue è un racconto delle cinque serate che hanno animato il freddo novembrino torinese. Si apre alle Officine Grandi Riparazioni con due nomi rappresentativi dell’ambiente hip-hop contemporaneo, Club to Club 2019. La walk-in session è affidata al progetto We Are Torino. Si tratta di un progetto multimediale confezionato come un spot pubblicitario che accorpa videomaking, graphic design e musica, organizzato da Hannibal Store Torino, uno dei principali rivenditori street-wear in città.
Identità europea
L’unico personaggio in line-up è slowthai, autore del recente Nothing Great About Britain (Method Records, 2019), che ha coinvolto il pubblico in momenti ad alto tasso di euforia esplosiva e intimi momenti di confronto con il pubblico. Il disco in questione è un ribelle grido contro le politiche reazionarie dell’Inghilterra post-Brexit. Non è un caso che nel retroscena dell’evento si sia mosso il progetto EuropaNow!, che si occupa di informare e divulgare le problematiche che il fenomeno ha generato.
Nella seconda serata, dopo un ambient-set tenuto da Visible Cloacks, Holly Herndon presenta PROTO, il suo ultimo lavoro, realizzato con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale Spawn, da lei stessa progettata. Una performance inaspettata che unisce sapientemente l’atmosfera del club con la rappresentazione teatrale, anche grazie al gruppo di artisti canori e un comparto visuals ricercato. Quest’ultimo indirizza l’intera idea sci-fi evocata con il disco verso territori più epici e steampunk, insistendo su un’ancestrale storia dell’origine delle macchine. A seguire, un bagno di techno con Spiritual Sauna (Rapala700 & Virginia W).
La luce al buio
Nei due giorni più succosi del festival i colossi dell’industria camminano al fianco delle novità musicali più bizzarre, unendosi in una danza coerente per soddisfare il palato di un pubblico eterogeneo. Troviamo così i monolitici Desire, Chromathics, James Blake e Flume. Quest’ultimo, nel suo stile ormai canonico, ha condensato il meglio della sua produzione in un crescendo di euforia, seguendo l’amata formula della successione drop-by-drop. Piacevole apparizione di Vera Blue sullo stage per interpretare alcune tracce, su tutte il riuscitissimo singolo Rushing Back (2019).
La performance visiva di Weirdcore, l’affermato artista che ha curato la campagna promozionale del festival e negli ultimi anni il titanico Aphex Twin, ha accompagnato Skee Mask. Il bambino prodigio inglese mette nel cassetto la soffusa ambientazione di Compro e si dedica a martellate interrotte in uno dei set più violenti degli ultimi anni.
Per i feticisti delle novità da menzionare il live set di Visible Cloaks, Yoshio Ojima e Satsuki Shibano, che hanno presentato il loro ultimo lavoro FRKWYS vol. 15: serenitatem (2019). Momento altamente contemplativo, dedicato all’esplorazione di spazi saturi di oggetti geometrici e sculture di onde sonore. Floating Points è invece la punta di diamante del festival, un artista capace di mescolare euforia e sentimento attraverso il suo ensamble di macchine. I più fortunati hanno potuto ammirare anche un suo set a Nuvola Lavazza per colazione.

Crack Magazine
Grandi soddisfazioni sul fronte Crack Stage. Let’s Eat Grandma, mangia vivo anche il pubblico con un dinamico connubio tra synth-pop, punk contemporaneo ed estetica al neon. Le tracce proposte sono state estratte principalmente dal loro ultimo lavoro I’m All Ears (Trasgressive Records, 2018). I vertiginosi loop di Battles confermano l’efficace formula a rollercoaster della loro musica e si rivelano tra gli artisti più sorprendenti di questa edizione. Stupiscono anche la potenza drammatica di Kelsey Lu e il suo violoncello, l’intimo racconto del menestrello Helado Negro e lo sconvolgimento cosmico di The Comet is Coming.
Nonostante le polemiche e la successiva decisione da parte del comune di annullare bruscamente il mercatino di dischi al Baloon (qui trovate l’articolo della Stampa, mentre qui il racconto dell’accaduto che fa Soundwall.it) il set organizzato al mercato di Porta Palazzo ha visto protagonisti Stump Valley e Napoli Segreta.
Party di chiusura alla Reggia di Venaria. Chi partecipa assiduamente ogni anno a The Italian New Wave sa bene quanto sia una location incredibile, estremamente duttile, capace di dimostrare qualità acustiche inaspettate. Il lungo DJ set ha visto come protagonisti Stump Valley in prima battuta. A seguire un volto totalmente nuovo, il giovanissimo George C della label inglese youngturks che ha tirato giù i muri a colpi di breakbeat e classic rave. Conclude un dritto di casse e batterie tenuto da Sophie, tra le punte di diamante di questa edizione del festival. Ah, l’artista segreto era Kode9!

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