Parallelamente alle elezioni più farlocche della storia della Repubblica, da un universo lontano emergono forze democratiche, iperstizionali e aliene in lotta per conquistare il potere.
Il risultato alle prossime elezioni politiche è forse il più telefonato di sempre. Non serve essere espert* o commentator* politici per rendersi conto di quanto, negli ultimi mesi, media e giornali abbiano quasi invocato la vittoria dell’ultradestra di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, attraverso ipotesi e sondaggi raccontati come dati certi e la rottura pressoché immediata degli accordi sulla par condicio, che dovrebbe favorire una presenza mediatica distribuita equamente tra tutte le forze politiche in campo. Insomma, basta sintonizzarsi su un qualsivoglia canale televisivo o semplicemente navigare online, per essere travolti da un’inquietante tsunami di simboli e slogan. Una propaganda che agisce in maniera capillare, basata sulla profilazione del* utenti, capace di scavare nelle paure e insicurezze di quel popolo che, proprio secondo le stesse destre, avrebbe dovuto esprimersi secondo la propria volontà, e non sulla base di variegati condizionamenti. C’è qualcosa che non torna.
Accanto alla tortuosa, quanto repentina, scalata delle destre radicali populiste al potere, c’è un panorama di sinistra evidentemente diviso e frammentato, incapace di unire le forze e fare qualcosa di sinistra. Il Partito Democratico ha portato avanti la sua campagna elettorale districandosi tra uno schietto prometeismo teso a liberarci dalle forze del male e un’operazione di redwashing dal sapore cringe, nonché puntando tutto sulla fagocitazione di altri partiti minori come Sinistra Italiana e Verdi, lo zombie di Maio e +Europa. Difficile credere che un partito del genere possa ancora rappresentare un rigoroso elettorato di sinistra, soprattutto dopo la corresponsabilità dello svuotamento della coscienza politica attuale; una coalizione favorevole al proseguimento delle politiche neoliberiste portate avanti negli ultimi 20 anni e ai crimini contro i diritti umani in mare.

Questo quadro appena delineato, sintetico quanto semplicistico, serve a contestualizzare la situazione in cui nasce l’iniziativa portata avanti dal Circolo Nomade Accelerazionista di Bologna e altre pagine memetiche con le Elezioni Iperstizionali 2022, aperte nel mese di settembre. Otto partiti dal prossimo futuro si sfidano in un torneo ad eliminazione diretta su Instagram. Ognuna di queste forze politiche, tanto immaginarie quanto coerenti, porta avanti la propria proposta articolata in brevi programmi. L’idea nasce con l’obiettivo di portare una ventata d’aria fresca per spazzare via l’odore marcescente di una politica che, come si è detto, è totalmente incapace non solo di immaginare un futuro diverso, senza le storture del realismo capitalista in cui siamo immers* fino al collo, ma che, in fin dei conti, non nutre nessun interesse nel voler cambiare questa situazione.
Ipersti…che?
A questo punto il lettor* che non conosca alcuni capisaldi del pensiero accelerazionista si troverà disorientato. Che cosa significa la parola “iperstizione”? Si tratta di un concetto filosofico introdotto negli anni ’90 dal pensatore inglese Nick Land, una figura tanto geniale quanto sconcertante, ad oggi osannato dagli ambienti tossici online di destra e ripudiato dalla sinistra progressista. Ma ben prima della svolta a destra di Land, nel periodo in cui frequentava la Cybernetic Culture Research Unit, un dipartimento para accademico dell’università di Warwick, coniò appunto il concetto in questione. Per iperstizione si intende una profezia che si auto avvera. Il cambiamento sociale, economico e politico, così come anche il funzionamento della finanza globale, avviene attraverso l’inoculazione nella cultura di massa di elementi finzionali o immaginari capaci di dirottare la realtà in una nuova direzione. L’iperstizione potrebbe funzionale come un sigillo magico – non è un caso che Land fosse affascinato da una figura come Alister Crowley, il famoso esoterista – capace di intensificare e piegare la realtà, introducendo in essa un elemento che ne perturbi il normale corso. Inoltre, secondo Land, l’iperstizione funziona non solo perché il presente si adopera a realizzare il futuro, ma perché quest’ultimo retroagisce nel passato: il futuro esiste già e si auto-costruisce o determina sfruttando le forze in campo del presente.

In questo senso partecipare alle Elezioni Iperstizionali 2022 significa dispiegare e rinvigorire un coagulo di scenari possibili, attraverso un gioco immaginativo atto a sancire l’esistenza di un futuro remoto. Un esercizio di theory-fiction preposto alla fondazione stessa dei partiti sfidanti. Lo sforzo del CNA è quello di condensare una fitta galassia di temi e concetti visionari e utopici all’interno di un dispositivo virale nella forma del meme, capace di infettare il desolante e piatto immaginario politico attuale. Il CNA non si è limitato a inventarsi simboli e programmi accattivanti, ma ne ha altresì scritto la storia e, di fatto, sancito il punto d’esistenza. Questi partiti sono da considerarsi già avviati e in attesa nel futuro. Ma cosa sostengono esattamente?
Se il lavoro uccide, uccidiamo il lavoro
Tra le proposte più interessanti per comprendere la posizione di una sinistra critica e accelerazionista c’è il Partito Xenocomunista dei Postlavoratori. Per superare la miseria e lo sfruttamento che il sistema capitalista genera, l’idea del partito è l’abolizione totale dell’economia di scambio con profitto e l’instaurazione di un sistema di redistribuzione delle risorse completamente automatizzato. Insomma, una piena applicazione dell’ormai classico testo di Alex Williams e Nick Srnicek Inventare il futuro. Per un mondo senza lavoro insieme alla “rivendicazione di un lusso fondato sulla piena gratuità di tutto: mezzi di trasporto gratuiti, abolizione delle bollette, redistribuzione delle case per permettere l’abolizione dell’affitto, abolizione del copyright, reddito di base universale, abolizione della retta universitaria, farmaci gratuiti, food basic income, in linea con l’opera Postacapitalism di Paul Mason.” Data la riproposizione di una struttura altamente gerarchizzata il PXP eredita dal passato una forte concezione antropocentrica e specista, soprattutto per quanto riguarda l’estrattivismo e il colonialismo spaziale.
Il tema del superamento del lavoro è anche al centro delle pratiche del Movimento Parassita Rivoluzionario. Se come afferma Mark Fisher “è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo” allora l’apocalisse è qui e ora: imperialismo fascista, dittatura cyberpoliziesca, atomizzazione e sorveglianza, collasso climatico, pandemie. Il sistema è un corpo inerte in decomposizione perciò “il nuovo mondo deve emergere da quello vecchio come uno xenomorfo che squarcia il petto del suo ospite.” Come una zecca che succhia quanto più sangue possibile o i funghi saprofiti, ogni cittadino deve prendere quanto più possibile al sistema, senza dare nulla in cambio che sia lavoro, denaro o tempo. In sintesi il parassitismo rivoluzionario “è una forma mentis: vuol dire aggirare la burocrazia per ottenere il reddito di cittadinanza o la disoccupazione, fare il minimo indispensabile a lavoro e cazzeggiare il resto del giorno, piratare media digitali; sfruttare delle falle nelle promozioni delle piattaforme di delivery e ordinare cibo gratis”.

Fine del patriarcato, fine del genere: stessa lotta
Alcune battaglie non potranno essere vinte senza la violenza. Il patriarcato molesta, stupra e uccide da migliaia di anni le persone socializzate donne* e chiunque non si conformi nel rigido binarismo di genere a fondamento delle società umane in Occidente e non solo. La Sinistra Fuxia ha deciso di dire basta! e ha imbracciato dildo e sex toy come armi di distruzione delle norme di genere. Se ad oggi il transfemminismo è un movimento che rigetta la violenza come soluzione al conflitto contro il patriarcato, SF non si fermerà davanti a nulla. La fonte principale per immaginare una tale trasformazione del movimento risiede nelle pagine del Manifesto del Terrore Fuxia: profondamente “antinaturalista, abolizionista di genere e comunista queer, il manifesto procede con una ricostruzione dell’origine antropologica del genere, le sue dimensioni di oppressione, fino ad affermare e dimostrare la naturale essenza violenta del patriarcato, vero e proprio regime di terrore”.
Il superamento delle distinzioni e classificazioni umane secondo la categoria di genere è solo un punto di partenza per il superamento dell’essenza dell’umano stesso. Una volta abbattuta qualsiasi barriera, sia essa corporea, mentale o metafisica chi può dire se l’umano potrà essere chiamato ancora tale. La Coalizione Postumana è molto più che un semplice partito: ogni azione e provvedimento ha il fine di “superare la dimensione antropica dell’io stesso, intrappolato nelle logiche di una ragione funzionale che agisce per meri processi di incorporazione informativa”.
Introduzione nelle scuole del consumo di sostanze psichedeliche al fine di ampliare la coscienza dei giovani, lotta per i diritti delle entità cyborg e delle intelligenze artificiali; tutto questo in vista della singolarità tecnologica finale: la trasformazione dell’umano in quel Signore della luce di Zelaznyana memoria o forse in un qualche inimmaginabile tipo di divinità.

Ecoterrorismo e cosmolocalismo
Tornando letteralmente con i piedi per terra, è impossibile interrogarsi sul futuro con il rischio che tutto ciò che si conosce potrà essere messo alle strette dalla più grande catastrofe causata dal sistema capitalista: il riscaldamento globale. Azione Ecoterrorista, come alcuni dei precedenti gruppi, è il risultato di una radicalizzazione violenta delle lotte, in questo caso quelle per la giustizia climatica. Potrebbe essere considerato una sorta di Fridays for Future o Ende Gelande sotto steroidi e incazzato. L’impegno di questo partito è duplice: da una parte portare avanti azioni di sabotaggio nonché attacco frontale alle multinazionali dei combustibili fossili – seguendo quel know how appreso da testi come Far esplodere un oleodotto di Andreas Malm – e una redistribuzione dell’energia pulita attraverso dirottamenti e appropriazioni illecite, dall’altra la salvaguardia delle proprie comunità indipendenti di villaggi antispecisti in armonia con le leggi degli ecosistemi. La loro lotta, che piaccia o meno, è “ispirata dai principi di una violenza ecologista ma profondamente immersa di grandi valori etici, l* ecoterrorist* si presentano come una società comunalista anarchica di xenofamiglie profondamente militarizzata.”

All’inizio del nostro secolo si sta verificando una particolare congiuntura che porterà alla nascita di una nuova concezione politica. Il Confederalismo Cosmolocalista nasce infatti dalla sinergia di due movimenti lontani nello spazio, ma vicini per prospettive ideologiche e idea di futuro. Da una parte l’esperienza rivoluzionaria del Confederalismo Democratico nel Rojava, ovvero l’esperienza di liberazione del popolo curdo, del quale abbiamo anche una fonte di prima mano grazie alla guerrigliera femminista Maria Edgardi Marcucci; dall’altra le sperimentazioni del Commons – chiamato in Italia municipalismo – ad opera del teorico della cooperazione peer to peer belga Michel Bauwens. Si tratta di concepire l’esistenza di beni e servizi come una proprietà comune “gestita in accordo con le norme e regole della comunità, in relazione all’amministrazione e al mercato, ma soprattutto in autonomia. In questo contesto, le forme di gestione e proprietà sono fondamentalmente differenti da quelle del mercato o dello stato.” Tra le varie proposte quella del CC è la più innovativa e, in maniera pacifica, la più futuribile.
Comunque vada
In mezzo ai vari candidati il CNA non ha potuto resistere alla tentazione di prendersi poco sul serio, andando ad inserire alcuni easter egg come ciliegina sulla torta di questo piccolo, ma ambizioso contest. Potere al Capibara è proprio uno di questi e ha come unico obiettivo portare al potere il puccioso animaletto, diventato negli ultimi anni uno dei simboli favoriti della xenoleft in Italia, soprattutto attraverso pagine social come Automatizzato Comunismo Memetico. Dulcis in fundo, ma non meno importante, il Partito della Rifondazione Accelerazionista per il quale è chiaro di per sé il calco sul partito realmente esistente e la sua necessità di rinnovamento. Forse non è un caso che questi ultimi due partiti siano stati semplicemente abbozzati. Forse i loro corrispettivi attuali, cioè Potere al Popolo e Rifondazione Comunista, hanno già iniziato la loro trasformazione in qualcos’altro; ed effettivamente ciò è vero se guardiamo alla coalizione di Unione Popolare che hanno formato per tentare l’approdo all’agognato 3% per accedere in parlamento. Forse il futuro in qualche modo è già qui e ci sussurra attraverso le coincidenze e fatti apparentemente irrilevanti.
Ad alcun* tutto questo potrebbe sembrare una grande sciocchezza, eppure il punto potrebbe essere proprio questo: abituarci a ripensare l’utopia, i mondi possibili che potremmo scorgere se aprissimo nuovamente le porte dell’immaginazione senza farci schiacciare dalla melma nera nella quale dovremo nuotare per non affogare. Qualunque sarà la vostra scelta vi auguriamo un buon voto e un futuro, per quanto possibile, radioso.
Hai letto: Il futuro si gioca alle “Elezioni Iperstizionali 2022”