Le influenze culturali, tra classici del jazz e i film di John Carpenter, della band più cataclismatica in circolazione: The Comet Is Coming.
The Comet Is Coming sono tra gli artisti più attesi che si esibiranno all’edizione del 2019 di Club To Club (Torino – 30 Ottobre / 03 Novembre). Il trio si è imposto negli ultimi anni sulla scena jazz londinese e sono stati definiti i legittimi eredi di Sun Ra, musicista che, dagli anni 50 fino alla morte avvenuta nel 1993, ha profondamente scolpito l’immaginario musicale jazz con il suo racconto fantascientifico del cosmo. Perciò chi sono The Comet Is Coming? Da dove provengono? E perché stanno causando il collasso di un intero immaginario?
Il gruppo è composto da Danalogue the Conqueror e Betamax Killer (Rispettivamente Dan Leavers – synths e Max Hallet – Batterie, entrambi membri del progetto Soccer96) con la fondamentale partecipazione di Shabaka Hutchings, auto-rinominatosi King Shabaka, ovvero il più influente sassofonista sulla scena musicale, a livello globale, già protagonista del progetto musicale Shabaka and the Ancestors. Il gruppo ha all’attivo tre album: Channel the Spirits (The Leaf Label, 2016), Trust In The Lifeforce Of The Deep Mystery (UMG Recordings, Impulse! Records, 2019) e The Afterflife (UMG Recordings, Impulse! Records, 2019).
Le influenze
In queste produzioni si percepisce chiaramente l’importanza e il fascino che una figura come Sun Ra necessariamente provoca su qualsiasi musicista s’interessi di jazz, eppure questo non è tutto, e questi tre prodigi della musica contemporanea trasmettono anche ciò che Sun Ra non ha mai vissuto: il punk-rock ‘70/’80, il cinema di John Carpenter, i fumetti e i videogiochi di fantascienza, la musica elettronica. Il caleidoscopio di influenze artistiche che ha generato The Comet Is Coming è così complesso e frammentato che porterebbe chiunque alla pazzia, eppure l’esperienza dei loro dischi trasmette un’energia vitale e un caotico slancio creativo, da far tremare le fondamenta di un intero immaginario.
Le storie della cometa
Trust In the Lifeforce Of The Deep Mystery racconta del mondo contemporaneo e del prossimo futuro del pianeta. La prospettiva, fin dal nome del trio, è decisamente fatalistica. L’immagine della cometa che spazza via il pianeta è una paura recondita. La paura della fine, fondamentalmente, sembra un ineluttabile destino; lo stesso che altre forme di vita prima dell’uomo han subito. Eppure, l’uomo sembra destinato a perire a causa delle sue scelleratezze.
Il cambiamento climatico, lo sfruttamento indiscriminato del pianeta, il potere in mano di pochi. Questi sono solo alcuni dei temi tratteggiati dal trio londinese, come loro stessi raccontano in diverse interviste. Blood of the Past, la traccia centrale del disco, si presenta proprio in questa maniera: una denuncia, un urlo disperato seppur soppresso. La collaborazione con la poetessa Kate Tempest, autrice di Let Them Eat Chaos (Kate Calvert, 2016) è un’ulteriore conferma dell’urgenza di raccontare la disperazione che un’intera generazione di persone è costretta a subire.
Un disco decisamente politico, dunque, che fa propri gli strumenti di critica della fantascienza e li traspone in musica: basti pensare a Essi Vivono (They Live, John Carpenter, 1988) o Watchmen (Alan Moore/Dave Gibbons, 1986-1987) e immediatamente Summon the fire e Timewave Zero acquisiscono corpo.
Cosa dobbiamo aspettarci?
Se la prima parte del disco rappresenta la parte decostruttiva, una denuncia energica, il finale porta ad immaginare una condizione di equilibrio. L’utopia del mondo in pace, raggiungibile con la pacificazione dello spirito individuale. The Comet Is Coming è dunque un cataclisma culturale, per far sì che quello cosmico possa essere posticipato.
“Riprogrammeremo il vostro DNA. Alla fine del concerto sarete persone diverse. Il live ha diversi movimenti come una sinfonia classica. Si può ballare, oppure restare in contemplazione. È un’esperienza che ti cambia la vita, ovviamente”.
Intervista rilasciata a Rolling Stones
Queste le parole di Dan Leavers descrivendo cosa ci si deve aspettare dall’esperienza live del gruppo. Per chi avrà la fortuna di ascoltarli, siamo convinti sarà così, per tutti gli altri, resteremo in attesa.
A more soulful connection to land and to loved ones
But I can hear the lie before you speak
There is nothing but progress to eat
And we are so fat and so hungry
And the black wrists are cuffed in the pig van
While the white shirt and tie in the tube car, distractional picture
Pictures of beer and guilt about urges
Sexual distrust and abandoned to nothingness
Give me something I can nail myself to […]”
“Blood of the Past” di Kate Tempest (estratto)
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