Madame o collana di maschere

Dopo Voce a Sanremo il suo album di debutto lo conferma: Madame è una lunga seduta di analisi, dove Francesca tira fuori tutto.

Cecilia Pascucci

“Si costruisce e si distrugge per creare una bella storia”. Quella di Madame lo è senza dubbio, nonostante tutto. Pseudonimo di Francesca Calearo, Madame possiede, a soli 19 anni, un bagaglio di esperienze personali da far invidia a parecchi colleghə più navigati. È lei stessa a spiegare, in un’intervista concessa a Noisey prima della sua partecipazione al Sanremo di quest’anno, il meccanismo alla base della sua arte: “Madame non è il mio alter ego né la mia essenza, è un grillo parlante, una voce narrante che mi analizza […] Francesca deve vivere perché Madame possa raccontare”. E il suo album di debutto lo conferma: “Madame”, volutamente giocato sull’omonimia, è una lunga seduta di analisi, dove Francesca tira fuori tutto. 

Ci sono gli atti di bullismo subiti da adolescente, la difficile situazione in casa con i genitori separati, la ricerca spasmodica delle attenzioni dell’altro sesso, la perdita completa della sua identità. È proprio l’identità uno dei temi cardine dell’album. L’ identità di un adolescente che cerca di trovare la sua strada, un io frammentato, l’identità di genere fluida che rifiuta l’incasellamento in strutture rigide. Una identità oggetto di continua ricerca, di distruzione e ricomposizione, ogni volta materializzata in una maschera indossata e tolta al momento giusto, come da pirandelliana memoria.   

 “A volte penso: “Perché sono solo io? Solo io?”
Fisso l’anticamera del cranio e mi incazzo
E dico: “Perché solo io? Perché solo io?”
Guardo le mie mani e penso a cos’avrò fatto i
o

È l’incipit di Istinto, apripista dell’album, che rievoca La Maschera di Luigi Pirandello: “Io non ti prego, o vuoto cranio umano, che il gran nodo mi voglia distrigar.” Ma in Madame non c’è solo distruzione, buio e solitudine. Ci sono anche il percorso di terapia, i successi, la sua ricostruzione. Grandi nomi della scena urban italiana come Dardust e Shablo firmano le basi, mentre i testi sono interamente frutto del talento artistico di Francesca.

Talento ormai sulla bocca di tutti, di cui le 16 tracce del disco ci offrono una panoramica completa. Stili diversi si mescolano efficacemente, anche grazie a featuring riuscitissimi come quello con i Pinguini Tattici Nucleari in Babaganoush e quello con Gaia in Luna, che già si preannuncia come la hit più ballata dell’estate. Francesca sperimenta nel cantato le abilità della sua voce a più livelli, riuscendo a dominare la traccia e allo stesso tempo a lasciarsi trasportare dal beat.


Non è un caso che Voce, il suo biglietto da visita a Sanremo, sia dedicato proprio alla voce, prima espressione, di nuovo, dell’identità di ogni musicista, croce e delizia di ogni cantante, amata e odiata in egual misura, eterno motivo di conflitto interiore.  Tematiche importanti e complesse, che la collocano già all’esordio in una posizione privilegiata rispetto alla media delle produzioni urban italiane di oggi. Madame ha un dono particolare nel sapersi raccontare, e non solo; è anche estremamente abile nel parlare agli altri, attraverso un’innata capacità di dare voce a sentimenti e fragilità diffusi ma troppo spesso nascosti da retorica e individualismo. “Credo che avere troppi segreti sia inutile, è nella condivisione che possiamo trovare una cura. Alla fine siamo tutti uomini, abbiamo tutti gli stessi casini anche se ognuno con le proprie differenze.” Le strofe di Madame lasciano l’ascoltatorə stupito, sono scomode in quanto sfacciate, spudorate nella loro missione di smascherare la verità. 

“Ho sprecato le energie per farmi forza e per difendermi
Sono un castello enorme, ma ha finestre senza vetri
Uno specchio sulla faccia degli altri
Non mi sono mai vista se non su uno specchio in bagno”

Madame non prova Vergogna, e anzi, spera che le sue rime aiutino chi le ascolta a liberarsi degli ostacoli e dei pregiudizi da cui, spesso inconsapevolmente, ci facciamo spaventare. Ci invita a parlare, a condividere, senza tirarsi indietro. È importante saper dire le cose, e Madame in questo ha già fatto scuola.

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