Atlas Circus: una carovana solidale verso la Grecia

La compagnia circense Atlas Circus partirà per un viaggio a Salonicco per portare aiuti umanitari e divertimento ai popoli migranti.

Giulia Sopegno
Pauldavid Ligorio

La questione migratoria è da tanti anni protagonista del dibattito pubblico italiano, europeo, mondiale e, a conti fatti, abbiamo di che vergognarci. Da un rapporto dell’OIM si evince che dal 2014 le persone morte a causa delle migrazioni nel mondo sono più di 23.000. La condizione di chi è costretto a scappare dal proprio paese per guerra o per migliorare le proprie condizioni di vita molto spesso è tragica. Oltre agli spaventosi viaggi su piccole imbarcazioni nella tratta mediterranea, che collega le coste dell’Africa del Nord all’Europa, c’è un’altra via che i popoli percorrono per raggiungere il vecchio mondo: la rotta balcanica, cioè dal confine turco alla Grecia.

In questa striscia di terra persone provenienti dal vicino Oriente (in particolare Siria, Afghanistan, Bangladesh) e dall’Africa si ritrovano bloccate. Gettate fuori dalla Turchia e respinte costantemente dalla polizia Greca. Senza diritti, senza beni di prima necessità, senza nessuna prospettiva, queste persone aspettano di sapere che cosa sarà delle loro vite, bloccate in un limbo tra un passato di miseria e un futuro negato.

L’interno di un campo ad Atene | Unsplash

Ricordiamo come solo a gennaio del 2021, nel campo profughi di Lipa, a pochi km da Bihac, si sia aperta un’altra stagione drammatica per chi attraversa la Bosnia. Nel gelido clima invernale balcanico, migliaia di persone sono rimaste bloccate al confine senza neppure le scarpe per camminare nella neve, senza cibo o acqua potabile, beni che solamente la Croce Rossa e lə volontariə accorse sul luogo hanno avuto premura di procurare.

A dicembre un violento incendio aveva distrutto le scarse strutture in cui proteggersi dal freddo e lə migrantə sono rimastə alle intemperie per giorni e giorni. A Lipa si sono raccolte numerose persone respinte dalle frontiere di Croazia, Slovenia e Italia. Un campo che doveva essere chiuso perché dichiarato inadeguato ad ospitare persone ha invece continuato ad esistere per oltre tre anni a causa del sovrannumero di migranti che occupa i campi ufficiali.

Di pochi anni prima (2016) le vicende portate alla luce dalle cronache sul campo profughi di Idomeni, sull’isola di Lesbo. A maggio di quell’anno un campo che ospitava decine di migliaia di migranti fu sgomberato con la forza dai militari del governo greco e le persone furono trasferite disordinatamente attraverso il circuito dei campi di permanenza e rimpatrio, in particolare a Salonicco.

Moltə si sono sottrattə al sistema di accoglienza ufficiale e hanno iniziato a vivere in campi di fortuna attorno ad altri centri. Molti degli hotspot presenti sulle isole greche, da allora fino ad oggi, versano in condizioni disastrose di sovraffollamento, dove malnutrizione, malattie e grave sofferenza psicologica sono una piaga incontenibile. Moltissimə sono minori, anche non accompagnatə, su cui incombe costantemente la minaccia di essere respintə in Turchia.

Dal momento che nelle agende politiche delle nazioni europee non vengono fornite risposte e soluzioni radicali a questa emergenza, tutto è in mano allə volontariə che decidono di impiegare le proprie forze per portare aiuti materiali e un po’ di spensieratezza allə migranti in attesa. È in questa cornice che si inserisce l’iniziativa benefica OVER BORDERS OVER CULTURE del gruppo circense Atlas Circus, based in Canavese, prima come collettivo poi in veste di associazione culturale dal 2019.

atlas circus

L’obiettivo è trasportare un furgone carico di provviste, vestiti e giochi attraverso il confine, con destinazione Salonicco, uno degli epicentri della crisi umanitaria. La partenza è prevista per l’11 agosto 2021 e il viaggio durerà una quindicina di giorni. Atlas non sarà sola, si unirà infatti a una carovana di una dozzina di furgoni provenienti da Francia, Spagna e Italia, promossa dalla InterEuropean Human Aid Association (IHA). Oltre alla consegna delle donazioni, Atlas organizzerà attività di giocoleria e disegno nei presidi fuori dai campi durante tutte le giornate prefissate, inoltre avranno a disposizione due muri per realizzare un graffito.

Il progetto nasce dall’esigenza di “mettere l’arte al servizio di persone che vedono negati i propri diritti fondamentali” racconta Matteo Piroscia, uno dei membri di Atlas Circus che partirà per la spedizione. È un profondo senso di cura per le persone che lo spinge a partire “un po’ alla cieca”, che non lascia spazio a ripensamenti, pur rendendosi conto di quanto l’iniziativa sia “una goccia nell’oceano che, però, può far la differenza”. È una sensibilità scaturita dalla consapevolezza che le tragedie, di cui si sente parlare ogni giorno sui media mainstream, non spariscono nel nulla una volta spenta la televisione.

Una sensibilità acquisita attraverso lo studio della situazione e l’empatia, testimoniata dal flusso di pensieri di Giorgio Piscitello, altro membro del sodalizio circense, durante la presentazione del progetto la scorsa domenica 11 luglio 2021, il quale si chiede “Siamo umani o bestie in un’arena?”. L’impegno di Giorgio nell’organizzare il viaggio ha un precedente nell’esperienza in Bosnia, in particolare a Velika Kladuša per lasciare rifornimenti e nella vicina Bihać per svolgere attività di giocoleria e animazione per lə bambinə del campo. 

atlas circus

Non è un caso che ad occuparsi di simili imprese sia un collettivo di artistə. La dimensione creativa, giocosa e solidale che Atlas Circus è in grado di creare racchiude la chiave necessaria ad abbattere le frontiere. Oltre alla consegna dei beni materiali fondamentali per la sopravvivenza e la dignità umana, portare con sé pratiche di coinvolgimento emotivo e creativo mette in luce anche l’aspetto immateriale degli aiuti. Le persone ferme alle frontiere non sono merci stoccate, sono esseri umani con storie, vissuti, passioni e talenti che la drammatica situazione della fuga ha completamente obliterato.

atlas circus

Recuperare insieme quelle istanze di gioco, dialogo, leggerezza e risate è un atto di profonda umanità e riconoscimento dei propri simili oltre qualsiasi struttura. La meraviglia che suscita una performance acrobatica o di giocoleria, accomuna bambinə e adultə di qualsiasi etnia o estrazione sociale. E il riso rimane il più antico collante tra persone differenti, uno dei più potenti antidoti all’impotenza che connota la condizione di migrante. 

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Atlas Circus sta raccogliendo donazioni e materiali per sostenere l’iniziativa.
Per mettersi in contatto suggeriamo di seguire la loro pagina instagram e accedere a questo link per effettuare una donazione.

Per chiunque desiderasse rimanere informatə sulle situazioni migratorie ai confini europei e contribuire in qualsiasi modo, suggeriamo di seguire i seguenti canali di organizzazioni umanitarie:

InterEuropean Human Aid Association (IHA)
No Name Kitchen
Still I Rise
Open Arms


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In copertina: Over sadness di Giulia Laconi