Spirit Twin. A tutto hyperpop con il duo di Brooklyn

La recensione dell’album di debutto di Spirit Twin, tra videogiochi e colleghi di suoni.

Pauldavid Ligorio

Spirit Twin è il disco di debutto dell’omonimo duo di Brooklyn, interamente autoprodotto in casa e pubblicato il 20 febbraio 2020 sulle principali piattaforme di distribuzione musicale online. Il disco è un caleidoscopico viaggio nel particolare immaginario dei suoi autori fatto di campionamenti di The Legend of Zelda: Ocarina of Time, Grimes e Bjork. Sembra davvero di avventurarsi in territori fiabeschi durante l’ascolto di Spirit Twin. I riferimenti al mondo dei videogiochi Nintendo si fanno sentire in tutta la loro prepotenza non tanto per l’utilizzo dei classici sintetizzatori bruschi e gommosi alla Super Mario, quanto per la rielaborazione che questo immaginario subisce. I suoni sono caldi, polposi e tridimensionali. La costruzione di contesti ambientali, o meglio di paesaggi sonori, è alla base di tutte le tracce che compongono l’album. Come se prendessero vita le pianure, foreste, montagne di pixels di The Elder Scrolls. Ne è un chiaro esempio Fields in the Rain, una traccia in cui addirittura la voci diventano completamente eteree e parte dell’ambiente. Oltre che ispirarsi chiaramente allo stile di Bjork, Grimes e Aisha Devi, le voci sono tra gli elementi peculiari del disco. Acute e polifoniche sembrano provenire da creature tipiche dell’universo fantasy: elfi, fate, se non direttamente angeli. A tutto ciò s’inserisce una struttura ritmica generale che riprende gli ormai canonici beat della trap. Ne è un chiaro esempio “Bluetooth”, tra le tracce più entusiasmanti del disco. Il disco è un chiaro esempio di hyperpop, ovvero uno stile che unisce le sonorità e le tecniche della EDM e PC music alle dinamiche di fenomeni musicali di massa. Recentemente intravisto anche con Magdalene di FKA twigs. L’effetto generale è quello di un hyperpop ben congegnato, che vive di immaginari molteplici e difficili da districare. Accattivante e immersivo Spirit Twin è una rivelazione. Un disco ricamato a mano che vive dell’amore dei sui creatori.

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