Se non avete ancora visto The Nightmare Before Christmas ci pensa Bazaar di Uriel a darvi qualche buon motivo per recuperare questo classico dell’animazione in stop-motion.
Non tutti i film hanno successo alla loro uscita, e Nightmare Before Christmas, oggi caposaldo dell’animazione in stop-motion, è uno di questi. Nato da un’idea che venne a Tim Burton, allora ancora animatore Disney, quando passeggiando vide un negoziante sostituire le decorazioni di Halloween con quelle natalizie. Un fatto di vita quotidiana, apparentemente banale, portò il regista californiano a scrivere una breve filastrocca illustrata. In questo breve componimento sono già presenti diversi concept che verranno successivamente sviluppati nel film, come ad esempio i villaggi relativi alle varie festività e lo stesso protagonista delle vicende narrate, ovvero Jack Skellington (Skeleton nella versione italiana).
Nel frattempo ci fu una rottura, seppur provvisoria, con la Disney, dato lo scarso successo del cortometraggio Frankenweenie (1984), considerato troppo maturo per gli standard disneyani, ma Burton non abbandonò il progetto Nightmare Before Christmas. Lo propose ai Disney Toon Studios, che dopo lunghe trattative affidarono la produzione alla Touchstone Studios, la loro divisione per adulti, mentre alla regia fu messo Henry Selick. La decisione fu presa per via del contenuto del progetto, considerato troppo macabro per un pubblico di giovanissimi, e per il fiasco del sopracitato Frankenweenie. Nonostante un discreto successo iniziale rimase un film piuttosto di nicchia, finché per il suo decimo anniversario la Touchstone rilasciò un DVD in edizione speciale. Dal 2003 in poi fu un vero e proprio boom di action figures, videogames e merchandise di ogni sorta, fu realizzato addirittura un manga ideato da Jun Asuka.
La trama del film in realtà è piuttosto semplice, si tratta infatti di una fiaba gotica in perfetto stile Burton. Jack Skellington è la star indiscussa della ridente cittadina di Halloween Town, tanto da essere soprannominato “il re delle zucche”. Come molto spesso succede alle celebrità, Jack vive una crisi d’identità dovuta alla noia del suo incontrastato successo. Ed è proprio vagando ai margini di Halloween Town che si ritroverà catapultato dentro alla Città di Natale. Qui ritrova l’ispirazione, meravigliato dall’atmosfera natalizia del luogo. Il re delle zucche deciderà dunque di organizzare il Natale lui stesso, chiedendo aiuto ai suoi concittadini. Ma la completa inesperienza di Jack e di quest’ultimi trasformerà il Natale in un vero e proprio incubo.
Fin dalle prime battute del film ci troviamo di fronte ad una caratterizzazione magistrale di ogni singolo personaggio e ambientazione. Halloween Town è tetra, avvolta da una fitta nebbia, in cui a parte l’arancione delle zucche prevalgono sfumature di grigio e una luce tenue e fredda. Mentre a Christmas Town tutto è coperto da una fitta coltre di neve, interrotta solo dalle varie decorazioni e luci natalizie, e persino la casa-laboratorio di Babbo Natale ricorda una di quelle casette in marzapane rese celebri da Hollywood. Anche i cittadini di Halloween Town sono tutti perfettamente caratterizzati, ciascuno di essi ispirtato all’immaginario gotico tanto caro a Tim Burton. Come da sempre il buon Tim ci ha abituato, nessuno dei personaggi ha un’ indole realmente malvagia, fatta forse eccezione per Oogie Boogie, l’antagonista della storia, mosso tuttavia più dalla gelosia verso Jack che non da crudeltà. Tutti gli altri sono una carrellata di freak, tipicamente burtoniani nell’aspetto e nel comportamento, talvolta bizzarro.
Oltre al protagonista, a Mr. Boogie ed a Babbo Natale, Sally è il personaggio più profondo dal punto di vista della scrittura, quindi vale la pena soffermarsi su di lei è spendere qualche parola in più sul suo conto. Può essere paragonata a una sorta di Frankenstein al femminile. Una bambola di stoffa con del fogliame secco al suo interno, tenuta assieme da numerose cuciture. E’ stata creata dallo scienziato pazzo della cittadina, che la tratta come se fosse la sua serva personale. Sally però si ribella al suo Pigmalione, tutto quello che desidera è essere libera di vivere la sua vita in modo indipendente, al fianco di Jack, per cui prova un sentimento di profondo amore.Tuttavia, questo non fa di lei una yes girl, sempre disposta a dire di sì al suo amato. Anzi, non smetterà di esprimere il suo disappunto verso la folle idea del protagonista, ricordandogli che rubare il Natale sia una pessima idea, arrivando addirittura a boicottare il re delle zucche pur di salvarlo da a stesso.
La stop-motion di questo capolavoro è invecchiata benissimo (grazie anche alle più recenti restaurazioni in HD) e musiche e canzoni sono una più memorabile dell’altra, trattandosi di un musical. Non posso fare altro che consigliare ai lettori di Cicles Magazine la visione di questo grande classico di Natale, che però va bene pure per Halloween.
words: bazaar di uriel
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